Edoardo


Mi sono svegliato con un fortissimo mal di testa. Le due ragazze che ho portato a casa ieri notte mi hanno fatto fare parecchio tardi… Loro dormono beate sul mio letto e io devo andare a lavoro; abbandonare questa coppia di culi sul letto è davvero una tortura ma oggi è una giornatona e non posso avanzare scuse per scamparmela. Oggi finalmente incontrerò Nora.

Lavoriamo ormai da quasi un anno, solo scambi di mail e telefonate e finalmente l’hanno spostata a Milano, avrò modo di incontrarla di persona. Ho potuto vedere le sue foto pubbliche su Facebook e G+ e non è niente di speciale, anzi è proprio una ragazza molto anonima e sempliciotta, per niente il tipo di donna che ti fa girare per strada. Poco femminile, anzi, parecchio maschiaccio, non credo si trucchi, porta i capelli corti e degli occhiali dalla montatura dozzinale e che non la valorizzano. Il suo fisico non ho avuto modo di vederlo ma evidentemente non le piace mostrarsi e avrà i suoi motivi, credo che mi troverò davanti una ragazzotta cicciottella e insicura.
Qualcosa però nella sua voce e nel suo modo di ribattere alle mie battute a doppio senso me la rende particolarmente attraente. Mi incuriosisce vedere quale sarà la sua reazione nel vedermi, di solito non lascio le donne indifferenti, ma lei mi sembra molto particolare. Non mi meraviglierei se fosse lesbica, potrebbe esserlo, anzi forse lo è proprio!

Il traffico di Milano è una delle poche certezze della vita. Meno male che sono uscito un po’ prima del solito, oggi non voglio arrivare in ritardo. Mi mancano forse venti minuti per arrivare. Mando un messaggio a Nora.

Edo: Buongiorno Nora… finalmente ci incontreremo faccia a faccia, devi essere moto emozionata…
Nora: Eh sì, non sto proprio nella pelle! Vedi di muoverti che io sono già qui da un quarto d’ora e abbiamo un sacco di roba da fare…

Ma cazzo, sono solo le 8:40… Già a lavoro? Pensavo sarebbe arrivata per le nove. Devo accelerare un po’.
Arrivo alle 8:50, ho dovuto prendermi qualche vaffa qua e là da vari automobilisti e pedoni ma è servito ad arrivare prima del previsto. Mi scazza ammetterlo ma questo incontro comincia a rendermi nervoso. Salgo in ascensore  e ritrovo vecchi clienti, due chiacchiere mi aiutano a rilassarmi. Arrivo al piano della divisione dove lavora Nora. Mi guardo un’ultima volta nello specchio dell’ascensore, mi sistemo la cravatta, esco.
Attraverso il grande open-space, saluto qualche vecchia conoscenza. Eccola, è lei, la vedo di spalle alla fotocopiatrice. Mi sembra molto più grassa di come sembra nelle foto. I capelli sono davvero un disastro anche visti da dietro. Porta delle scarpe orrende, sembrano ortopediche. Figa Nora, ma perché ti devi conciare così? Avrà una di quelle sue orribili magliette da nerd, da lesbica nerd! Mi avvicino e cerco di assumere un’espressione che non tradisca i miei pensieri, sorrido e spero non si noti il disgusto ma figa, non mi aspettavo davvero una cosa così… Eccola, si gira verso di me, mi guarda. Non è lei! Avrà almeno vent’anni di più e dieci centimetri di meno. Oh, che sollievo. Ora però devo chiederle qualcosa, questa donna mi guarda con aria infastidita.
“Buongiorno, sto cercando l’ufficio di Nora… La conosce?”
“Ma certo che la conosco. L’ufficio è qui, alle sue spalle” e mi lascia là come un ebete. Sì devo proprio avere la faccia da ebete. Mi giro ed ecco la targhetta sull’ufficio di Nora. La porta è aperta, busso ed entro ma non c’è nessuno. Mi aggiro fra le sue cose. La scrivania è ingombra di carte e chincaglierie, gadget nerd, foto, giornali e ciarpame vario. Una pochette, molto carina devo dire, attira la mia attenzione. Non sembra per niente una pochette da nerd. Probabilmente non è sua… Sbircio nel monitor, c’è il nostro documento già in revisione, è proprio una secchiona Nora, si porta sempre avanti sul lavoro. C’è una icona che lampeggia fra le tante aperte nella barra, sembra una chat. So benissimo che non dovrei, ma la curiosità è uno dei miei peggiori difetti. Sposto il mouse su quella finestrella e mi si apre una chat web.

Nora: Buongiorno Master, non so se potrò eseguire il mio compito oggi. Ho davvero molto da fare… Farò il possibile ma potrei non riuscire ad allontanarmi
Master: Buongiorno Nora, sai benissimo che se manchi il tuo compito dovrai subire una punizione… Posso venirti incontro. Posso spostare l’orario di consegna. Aspetterò fino alle 11:30 ma se non riceverò le foto e l’audio entro quell’ora sarai punita.

Riduco subito la finestra ad icona. Mi allontano dalla scrivania. Cazzo, vorrei non aver letto, non so davvero come reagirò nel vederla, nel guardarla in faccia. Mi posiziono davanti alla grande vetrata, le mani in tasca, osservo il bel panorama su Milano.
“Ah eccoti, alla fine non ci hai messo poi tanto, bravo! Finalmente possiamo stringerci la mano…” Mi giro di scatto e la vedo sulla porta. Il sorriso prima di tutto attira il mio sguardo, il sorriso che mi aspettavo. Poi i suoi occhi, sorridono anche loro. Le do una rapida occhiata, i capelli, il corpo, le scarpe (col tacco!), un paio di jeans molto aderenti che le segnano dignitosamente le curve e niente traccia di maglietta nerd, ha una blusa morbida color arancio che le scende dolcemente sul seno… e che seno! Mi avvicino, mi tende la mano, gliela stringo con un gesto automatico. Lei si avvicina e ci scambiamo due candidi baci sulle guance. Ha un profumo buonissimo addosso, come di… come di zucchero filato.
“Nora! Finalmente, sì! Che piacere”
“Sì sì, ma ora non perdiamoci troppo in convenevoli, abbiamo un sacco da fare… Vuoi un caffè prima di buttarti sul lavoro?”
“Sì, un caffè ci vuole proprio”
“Bene, controllo una cosa al volo e andiamo”
Nora si siede al pc. Adesso posso osservarla un po’ meglio, è proprio come nelle sue poche foto, viso pulito, niente trucco ma devo dire che va benissimo così. Però ha le unghie corte smaltate, un bel rosso vermiglio lucido. Le dita si muovono velocemente sulla tastiera mentre i suoi occhi sono rivolti al monitor, mi avvicino piano a lei, appoggio il mio portatile sulla scrivania e faccio giusto in tempo a notare la finestra della chat di prima che sparisce del tutto. Mi guarda da sopra gli occhiali, uno sguardo serio.
“Scusami, non volevo sbirciare… ” cerco di giustificarmi.
“Tranquillo Edo, niente di interessante da sbirciare. Andiamo a prendere questo caffè”

Nora è un treno, riesco a malapena a starle dietro ma grazie a questo ritmo serrato riusciamo ad arrivare a un ottimo punto. Riesce anche a fare qualche battuta ogni tanto ma vedo che controlla spesso l’orologio. Sono le 11:10, so del suo appuntamento, voglio proprio venirle incontro.
“Che ne dici di una pausa dopo questo capitoletto? Poi giuro che tiriamo dritti fino all’ora di pranzo” Nora mi guarda, sollevata, mi sorride.
“Sì dai, ci vuole proprio una pausa”
Finiamo quanto ci eravamo prefissati, uno sguardo all’orologio, le 11:20. Nora è in tempo per il suo appuntamento. Prende il cellulare e lo infila nella tasca di dietro dei jeans. Prende anche la pochette e se la stringe sotto il braccio.
“Bene, io faccio una visita al bagno, se vuoi ci troviamo alla macchinetta per un altro caffè, ok?”
“Certo, finisco di scrivere due mail e ti raggiungo” la seguo uscire dall’ufficio. Devo ammettere che quei jeans le rendono proprio giustizia, non posso fare a meno di notare come le vestono bene sul culo.
Dopo queste ore seduto ho bisogno anche io di sgranchirmi le gambe e sento la necessità di andare in bagno. L’open-space si è praticamente svuotato, molti sono già andati in pausa pranzo. Mi dirigo verso le toilette e noto con un certo stupore che non ci sono distinzioni fra bagni degli uomini e delle donne. Entro nella prima porta aperta proprio mentre uno sta uscendo. Sento l’uomo lavarsi le mani e poi uscire sbattendo la porta.
“Ecco… adesso sono sola…” riconosco la voce di Nora, sussurra appena, faccio fatica a capire cosa dice ma trattengo il respiro per non farmi scoprire, non pensavo ci fosse anche lei.
“Perdonami se sono in ritardo Master… Ho abbassato i pantaloni e le mutandine… Sto sfiorando piano il clitoride…” le sue parole mi arrivano inframmezzate da sospiri.
“Ho messo il plug… Adesso infilo due dita nella mia figa… mmmmhh… è umida Master, è calda… mi scopo piano con le dita… mmmhhh” sento il rumore delle dita di Nora, i suoi sospiri. Il mio cazzo comincia a tirare, lo sento stretto nei boxer, me lo afferro con una mano come a volerlo zittire. I sospiri di Nora sono più forti, la sento ansimare, percepisco il suo sforzo di trattenersi e la cosa mi eccita ancora di più. Vorrei liberare il mio cazzo ma ho paura che mi senta, che possa accorgersi di me. La testa mi pulsa.
“Master… Sto per venire… Posso… Venire? Mmmh…” il rumore delle sue dita si blocca per un attimo, poi subito dopo riprende con un ritmo più serrato, i sospiri si intensificano sono ravvicinati e incontrollabili. Un gemito sommesso, come se avesse messo una mano sulla bocca, poi il respiro torna normale… il cazzo mi fa male, ho bisogno di menarmelo, la testa mi gira.
Nora fa scendere l’acqua, apre la porta del suo bagno ed esce. Sento l’acqua del rubinetto e poi i suoi tacchi che si allontanano. La porta si chiude dietro di lei con un forte rumore.
Finalmente posso slacciare la cintura e aprire la zip dei pantaloni, libero il mio uccello, lo sento pulsare fra le dita. Con una mano mi appoggio al muro. Mi bastano pochi colpi per venire, sono accaldato e sudato. Esco dal bagno e mi butto sul lavandino per rinfrescarmi il viso.

edo

Nora è davanti alla macchinetta del caffè. Si guarda in giro con aria smarrita, mi cerca. Mi vede, mi sorride.
“Ah, queste due mail erano lunghette eh? Ti aspettavo qui da un po’”
Le sorrido e la guardo dritta negli occhi. Occhi belli e profondi. Mi avvicino al suo viso e la osservo per qualche secondo. Lei regge il mio sguardo ma non senza un leggero disagio. Mi decido, mi avvicino un po’ di più e le sussurro all’orecchio: “Ero in bagno. Nel bagno di fianco al tuo, Nora…” Mi scosto dal suo volto il tanto per osservare il repentino cambiamento di espressione dei suoi bellissimi occhi scuri.

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